giovedì 31 maggio 2012

Alla ricerca della legalità perduta


Alcuni valenti ricercatori del Dipartimento di Scienze Statistiche dell'Università di Bologna si sono inventati un gioco di ruolo. Il gioco si chiama Alla ricerca della legalità perduta, e ha l'obiettivo di parlare della corruzione agli studenti delle scuole superiori. È già stato testato con successo in alcune scuole bolognesi, e lunedì prossimo verrà presentato all'Auditorium Biagi della Biblioteca Salaborsa. Io ho disegnato i personaggi delle carte, il tabellone di gioco e le varie grafiche. Poi più avanti li metto anche qui.

lunedì 21 maggio 2012

Nell'inondazione, con l'inondazione

Qualche mese fa Claudia Selmi di Rockit mi ha contattato proponendomi di fare alcune illustrazioni da accompagnare a un racconto di frederico f. Il caso vuole che in passato avessi già conosciuto e apprezzato frederico, sia in veste di cantante e chitarrista dei Father Murphy, sia come scrittore. Quindi ho subito accettato, e il risultato è online da qualche giorno sul blog Piovono Pietre: Nell'inondazione, con l'inondazione.
Il racconto ha anche una colonna sonora, la canzone Joy and rebellion degli How Much Wood Would A Woodchuck Chuck If A Woodchuck Could Chuck Wood.
Qui sotto le illustrazioni:



martedì 15 maggio 2012

Ladri di biciclette

La prima bici che ho portato a Bologna è stata la Legnano verde menta di mia madre. Trasportata in treno da Brescia, come poi avrei fatto anche con tutte le altre per non alimentare il mercato di bici rubate di via Zamboni. Aveva le leve del cambio sulla canna, il telaio a coda di rondine e il paracatena cromato. Penso che negli anni '80 dovesse avere un che di futuristico. Me la rubarono dopo circa un mese, in via delle Belle Arti.


La seconda bici era una Bianchi nera, recuperata da mio nonno non so dove e aggiustata con pezzi di scarto. Aumentai spessore della catena e attenzione, e riuscii a usarla per più di un anno. Poi me la rubarono sotto casa.


La bici seguente era un piccolo capolavoro del riciclo. Telaio e ruote della BMX di mio fratello, sellino da passeggio e un tozzo manubrio creato saldando due tubi di metallo. Dopo poco tempo i vari pezzi iniziarono a perdere coesione, ma perlomeno nessuno sembrava intenzionato a rubarmela, tanto che la tenni per quasi tre anni. Alla fine dovetti disfarmene, prima che mi cadesse a pezzi pedalando.


La quarta bici era il mio orgoglio. Una Holland verde scuro, con cestino di vimini nero. Elegantissima. La legavo con due catene, e la trattavo con grande cura. Durò circa due anni. Poi, preso da un'eccessiva sicurezza, la lasciai per cinque minuti slegata nel cortile interno dell'Oratorio di Santa Cecilia. Ovviamente sparì.


Passai a una mountain bike vinta coi punti del supermercato. Era piena di adesivi, scritte e terrificanti sfumature fosforescenti. La ridipinsi nel tentativo di renderla meno tamarra, ma il risultato fu decisamente scarso. Inoltre era anche piuttosto scomoda, quindi fui quasi contento quando me la rubarono, dopo pochi mesi.


L'ultima bici è stata un'altra Holland: bordeaux, con cestino di metallo. Nel tempo gli ho fatto varie riparazioni (blocco dei pedali, freni, copertoni) per tenerla sempre perfetta, e filava che era una meraviglia. Legata sempre con due catene. È durata circa tre anni, e iniziavo quasi a darla per scontata. Poi, la settimana scorsa, è scomparsa in zona ghetto ebraico.


Sei bici in dieci anni. Bologna tu sia maledetta.